3.2.      La programmazione della produzione

Nonostante la numerosità dei settori produttivi e le diversità delle tecnologie, le problematiche inerenti la programmazione della produzione sono sostanzialmente le stesse e riguardano l’utilizzo efficiente delle risorse interne ed esterne per rispondere con un livello di servizio adeguato alle richieste del mercato (efficacia). Il problema più grande da risolvere è che gli obiettivi di servizio al cliente, di minimizzazione delle scorte e di uso efficiente delle risorse sono reciprocamente conflittuali ed in molti casi sono anche scarsamente evidenziati dal sistema informativo aziendale.

È noto che per massimizzare il livello di servizio ai clienti è necessario mantenere elevati livelli di scorte e modificare i livelli di produzione per soddisfare le necessità di questi. Gli ultimi due obiettivi, perciò, entrano in conflitto col primo.

L’utilizzo efficiente delle risorse produttive può essere realizzato se vi sono pochi cambiamenti, se non si ricorre agli straordinari e se le macchine sono mantenute in funzione per lunghi periodi senza effettuare setup. Questo significa realizzare il terzo obiettivo, ma significa anche mantenere elevati livelli di scorte e rendere un servizio scarso al cliente.

Infine, si possono mantenere bassi livelli di scorte solo se si fanno attendere i clienti e si varia continuamente la produzione, ma questo vuol dire non realizzare il primo ed il terzo obiettivo per soddisfare il secondo.

Questa conflittualità è determinata da una serie di fattori, quali la variabilità e complessità dei prodotti, la complessità intrinseca del sistema produttivo, il volume di dati e le informazioni da trattare, e la complessità e mutevolezza delle ipotesi di ogni modello, che rendono quasi impossibile la ricerca di una soluzione ottima e comunque difficoltosa anche la determinazione di una soluzione ottimizzata, che raggiunga al meglio gli obiettivi prefissi.

La programmazione della produzione consiste, fondamentalmente, nel fornire, giorno per giorno, le informazioni necessarie alla realizzazione di questi tre obiettivi. Il fatto che questi obiettivi siano in conflitto è evidente a coloro che hanno il controllo totale dell’azienda (tipicamente quando management e proprietà coincidono), per cui anche se resta difficile risolverlo, essi ne sono almeno coscienti.

Nelle aziende in cui le responsabilità sono divise, l’obiettivo del servizio al cliente è affidato alla funzione vendite, la quale raramente è cosciente delle problematiche dell’efficienza della produzione e dell’importanza economica delle scorte. Quest’ultima è poco sentita anche dalla produzione e raramente le squadre della produzione pensano alle loro attività come potrebbe farlo un cliente dal suo punto di vista.

Vi sono, dunque, grossi problemi per l’azienda quando i vari responsabili sono in competizione reciproca e quando questi tentano di raggiungere obiettivi contrapposti.

La sfida nelle aziende moderne è costituita dalla risoluzione, al meglio[1], di questi conflitti, attraverso un sistema informativo che consenta la redazione di piani fattibili che possano essere misurati nelle prestazioni prima di andare in produzione[2].

L'ottimizzazione è il processo di ricerca della migliore soluzione possibile, in una situazione in cui bisogna considerare dei trade-off[3]. Questi, generalmente, riguardano limitazioni delle risorse ed altri vincoli. E' proprio l'aspetto del trade-off ad essere significante nel processo di ottimizzazione. Diversi fattori vengono bilanciati reciprocamente, in numerose combinazioni, fino a produrre la miglior soluzione che possa soddisfare l'ordinamento predeterminato dei vincoli.

Vi sono quattro elementi fondamentali da considerare quando si parla di ottimizzazione; essi sono: variabili, vincoli, obiettivi e modelli.

Le variabili sono quei fattori che possono essere determinati ed essere messi in pratica, in quanto controllabili. Le variabili riguardano i materiali (cosa ordinare, quanto e quando) e le produzioni (quando produrre e cosa), dalle materie prime ai prodotti finiti.

I vincoli sono i fattori la cui disponibilità è limitata, per cui essi costituiscono le limitazioni a ciò che può essere realizzato. Tipici esempi sono la capacità produttiva o la disponibilità dei materiali. Esistono, però, vincoli rigidi, come le 24 ore al giorno, e vincoli meno rigidi, come le date di consegna. Non si possono avere più di 24 ore in un giorno, mentre è sempre possibile consegnare in ritardo. È possibile evitare i ritardi nelle consegne utilizzando corrieri espresso o ricorrendo allo straordinario. È meglio ritardare le consegne di un giorno o ricorrere allo straordinario? È meglio ritardare una commessa  oppure un’altra? Fondamentalmente, queste sono decisioni che riguardano la politica della programmazione, decisioni che andrebbero prese in fase di pianificazione, piuttosto che di volta in volta.

Gli obiettivi, semplicemente, definiscono gli scopi da raggiungere con la pianificazione, come la minimizzazione dei costi, o la massimizzazione dei ricavi o del livello di servizio. Pertanto, le date di consegna sono un vincolo, mentre minimizzare i ritardi di queste è un obiettivo.

I modelli descrivono le relazioni tra le variabili, i vincoli e gli obiettivi. I software di pianificazione utilizzano diversi approcci, i quali incorporano i processi di decisione che dovrebbero emulare l’opera dei responsabili della programmazione della produzione. Questo spiega perché vi sono così tanti approcci differenti nessuno dei quali rappresenta la soluzione definitiva.

Come già detto in precedenza, potrebbe non essere possibile risolvere un problema di ottimizzazione. Vi sono, infatti, tre categorie di soluzioni:

Come regola generale, quello che è migliore per ogni singolo fattore non è probabilmente la migliore soluzione complessiva. È la regola dell’ottimo locale contro l’ottimo globale. Ed una buona direzione significa prendere decisioni difficili come sacrificare un cliente per soddisfarne un altro, oppure sacrificare l’efficienza in nome del servizio, e ci si aspetta che i software di programmazione della produzione siano in grado di fare altrettanto. Solitamente essi sono in grado di farlo, grazie alla velocità di elaborare rapidamente combinazioni di variabili, vincoli, ed obiettivi, in un processo interattivo ed iterativo di continuo raffinamento delle soluzioni.

Ciononostante, solo una soluzione fattibile non richiederà il sacrificio di prestazioni di alcune risorse per poter realizzare la migliore prestazione globale. A tal fine, risulta utile verificare che il sistema di misurazione delle prestazioni non penalizzi le risorse che devono abbandonare le ottimizzazioni locali in favore di quelle globali, penalizzando, ad esempio, un centro di lavoro che non satura interamente la sua capacità produttiva, ma controllando, invece, che venga utilizzata al massimo quella necessaria per raggiungere gli obiettivi affidategli.

La fattibilità di un piano di produzione, quindi, è un obiettivo difficilmente raggiungibile senza l’ausilio di adeguati strumenti informatici. Nelle aziende dal business consolidato, la programmazione della produzione è affidata alle mani esperte di figure chiave all’interno dell’azienda, le quali fanno affidamento sulla loro esperienza e sul loro buon senso. In qualche caso ci si può accontentare di queste soluzioni manuali, ma nella maggior parte degli altri casi, tuttavia, questo non è sufficiente, in particolar modo quando l’ambiente esterno è dinamico e risulta impossibile replicare le soluzioni adottate nel passato, a causa della diversità dei problemi da affrontare.

Si rende, quindi, necessario passare a soluzioni informatiche automatizzate, anche se, in questo caso, la ricerca di soluzioni ottime può costituire un miraggio fuorviante. La potenza dei sistemi di elaborazione automatica oggi disponibile ci prospetta scenari un tempo impensabili; tuttavia, anche se le capacità elaborative sono molto elevate ed in continua crescita, si corre il rischio di voler risolvere problemi che richiedono tempi non ragionevoli, come, ad esempio, la ricerca di ottimizzazioni globali. Il tempo necessario per sviluppare una soluzione ottima, sempre che tale soluzione esista, potrebbe essere, infatti, talmente grande da rendere preferibile le stime manuali, oppure la soluzione individuata potrebbe non essere più adatta a causa del cambiamento, durante la fase di elaborazione della stessa, delle ipotesi in input.



[1] Come si vedrà nel seguito non è banale parlare di ottimizzazioni locali e maggiormente difficoltoso di quelle globali.

[2] Cfr.:George W. Plossl. Production and Inventory Control: Principles and Technique, New Jersey, Prentice Hall, 1985, p. 2.

[3] David Turbide. “What is Optimization?”, in Advanced Planning and Scheduling (APS) Magazine, August 1998, p. 20-22.

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