Conclusioni

Questo lavoro è nato in seguito ad un colloquio con l’ing. Helmut Kirchner, presidente della Cybertec S.r.l., società leader in Italia nella produzione di software per la pianificazione e la schedulazione della produzione.

I temi della gestione della produzione e della schedulazione, in particolare, sono poco noti al grande pubblico, inclusi gli studenti di economia. Nell’ambiente economico, infatti, l’attenzione è maggiormente attratta dagli strumenti organizzativi e gestionali più diffusi, SAP per primo, poco attenti, però, al dettaglio dell’ambiente produttivo.

Questo lavoro, quindi, ha voluto anche cogliere l’occasione di illustrare al pubblico di economia alcune tematiche proprie degli ingegneri della produzione.

Dal colloquio con l’ing. Kirchner è emerso che i suoi clienti avevano espresso il desiderio di poter determinare il costo dei piani di produzione elaborati da CyberPlan(R), prima che questi fossero avviati. I sistemi gestionali, infatti, sono perfettamente capaci di fornire a consuntivo quantificazioni ed analisi di grande precisione e di ogni tipo. Essi sono in grado di fornire anche delle stime a preventivo, caratterizzate però da grosse approssimazioni.

Nel CyberPlan(R), invece, la logica simulativa dello schedulatore lasciava intravedere la possibilità di utilizzare questa sorta di simulatore aziendale per poter determinare i costi del piano produttivo prima ancora di avviarlo, e, ovviamente, in fase di avanzamento.

Come già detto nel capitolo dedicato agli strumenti di misura, la direzione deve cercare il punto di equilibrio tra il livello di servizio, l’utilizzo degli impianti e la dimensione del magazzino. Con CyberPlan(R) è possibile fare ipotesi e simulazioni del tipo what-if. Il Modulo potrebbe essere utilizzato, ad esempio, per evidenziare gli effetti di breve periodo di scelte che interessano il lungo periodo.

È nata, quindi, l’idea di creare un Modulo Costi, capace di determinare, con precisione, il costo di un piano di produzione e di altri oggetti di costo, tipici della contabilità analitica. Tale precisione richiede, come si è visto, la modellizzazione in dettaglio dei prodotti, delle risorse e delle strutture produttive, ma offre una determinazione di costi esatta. Lo strumento simulativo consente alla direzione di effettuare delle analisi what-if, rendendo disponibili nuove informazioni, che prima non erano ottenibili dagli strumenti di analisi tradizionali, con le quali è possibile effettuare nuove scelte di programmazione. Con CyberPlan(R) è possibile impostare ottimizzazioni e politiche di gestione diverse ed ottenere di conseguenza altrettanti piani di produzione, sempre restando all’interno dei range dello stesso budget.

Lo strumento budget non va, comunque, accantonato in quanto costituisce sempre un punto di riferimento per la direzione. Le determinazioni dei costi del piano, infatti, sono estremamente vulnerabili in caso di errata modellizzazione e possono venire disattese se l’azienda non riesce a replicare le indicazioni della schedulazione.

Gli output della determinazione dei costi, quindi, dipendono direttamente dalla bontà della modellizzazione delle risorse della produzione. Se le risorse sono modellate in maniera imprecisa, le determinazioni di costo che ne derivano possono risultare altrettanto imprecise.

Per questo motivo sarebbe desiderabile integrare nel sistema informativo aziendale anche un MES, che, attraverso la raccolta dati dallo shop floor, alimenti la consuntivazione dei dati nel gestionale ed attivi un feed back nella modellizzazione dello schedulatore.

Ciononostante, anche utilizzando una modellizzazione ineccepibile, è sempre necessario che l’azienda sia in grado di rispettare al meglio la schedulazione, anche se è comprensibile che questa non possa essere seguita completamente. CyberPlan(R), infatti, viene periodicamente alimentato dai dati riguardanti l’avanzamento delle produzioni provenienti dal gestionale, in modo da poter ricalcolare la schedulazione, adattandola allo stato di avanzamento dei lavori.

Ovviamente, l’abbinamento ad un MES può migliorare la precisione della schedulazione solamente nel breve termine, e solamente ex post. Ma la schedulazione su un orizzonte temporale molto breve è solo uno dei possibili utilizzi di CyberPlan(R). Nel breve, infatti, esso può venir utilizzato come schedulatore di reparto, dove la schedulazione viene elaborata con ritmi quasi giornalieri, assumendo disponibili tutti i materiali e considerando per data la disponibilità e la capacità delle risorse.

Nel medio periodo il CyberPlan(R) viene impiegato per schedulare le commesse già in portafoglio utilizzando la capacità esistente, mentre, a livello strategico, si considera infinita la capacità, in quanto approvvigionabile, e si utilizzano le forecasting delle commesse.

Si può comprendere come il MES possa essere utile per raffinare la modellizzazione nel breve periodo, ma risulta altrettanto comprensibile come alla dilatazione dell’orizzonte temporale corrisponda necessariamente una diminuzione dell’affidabilità dei dati storici. Questo diventa ancora più pesante in seguito all’aumentata dinamica (dinamicità) del mercato, che rende non replicabili (ripetibili) le soluzioni adottate nel passato, o rende, addirittura, pericoloso l’utilizzo di routine consolidate.

Oltre che all’interno di CyberPlan(R), il Modulo Costi potrebbe essere impiegato anche in AutoPlan, un motore di ottimizzazione del piano di produzione nato di recente, capace di fornire sempre il piano migliore, anche a fronte a variazioni delle richieste esterne o delle condizioni produttive interne. Mentre CyberPlan(R), infatti, utilizza un’ottica di ottimizzazione locale, AutoPlan potrebbe sfruttare le determinazioni dei costi per decidere le ottimizzazioni dei costi globali, rimediando alla miopia delle ottimizzazioni locali, la cui somma non sempre realizza l’ottimo globale.

Come si è visto nei capitoli dedicati all’analisi di CyberPlan(R), le determinazioni dei costi vengono effettuate considerando le sole risorse modellizzate; infatti, CyberPlan(R) modellizza soltanto la componente produttiva dell’azienda. Per questo motivo la metodologia contabile utilizzata è quella dei centri di costo, in luogo delle attività. La scelta potrebbe sembrare poco in linea con le tendenze più attuali, ma si può giustificare con due motivazioni plausibili.

La prima, già esposta, è la limitazione della modellizzazione di CyberPlan(R) alla parte produttiva dell’azienda: CyberPlan(R) non gestisce le transazioni al di fuori dell’ambiente produttivo. Per la stessa motivazione, come già esposto nel capitolo 4, la configurazione di costo determinata non può che fermarsi a quella industriale piena.

La seconda motivazione è che, anche potendo utilizzare le attività, non si sarebbe potuto ottenere un costo di prodotti più preciso, se non forse per la componente di costo variabile dei materiali[1]. Il livelli unit e batch, calcolati utilizzando le tecniche per attività, non potrebbero fornire risultati migliori.

I valori determinati all’interno del Modulo Costi, infatti, sono ricavati dal tracing di tutte le risorse modellizzate, fatto che rende attribuibile la quasi totalità delle voci di costo del comparto produttivo. Le uniche componenti di costo che non sono attribuibili direttamente, infatti, vengono imputate attraverso il criterio temporale, essendo impossibili delle ponderazioni degli output eterogenei.

Gli unici costi di produzione non tracciabili, quindi, sono quelli del livello process, come potrebbero essere quelli relativi ai capi reparto che svolgono un’attività di sorveglianza sulle produzioni, di cui non è possibile avere dei dati, se non a consuntivo.

Tipicamente, infatti, queste risorse non vengono modellizzate, in quanto sarebbe impossibile pensare ad una schedulazione delle loro attività. I capi reparto sono normalmente dediti ad attività di messa a punto del processo produttivo dei prodotti appena introdotti, ed alla verifica ed all’incremento della qualità delle produzioni in generale.

Per quanto riguarda l’attività di messa a punto dei processi relativi ai prodotti nuovi, si potrebbe utilizzare come driver di costo il numero stesso di codici nuovi, mentre per il problema della qualità si possono ripetere le considerazioni già fatte sulla ripetibilità delle soluzioni passate: i risultati circa la conformità si possono ottenere solo ex post.

Ciononostante, le tecniche ABC possono essere sfruttate giustamente all’interno del gestionale, che costituisce il baricentro del sistema informativo aziendale. In esso, infatti, è sempre possibile continuare la costruzione del costo del prodotto, sfruttando le attività, per arrivare a configurazioni più ricche, al limite anche al costo completo. Sarà il gestionale e la sua modellizzazione dell’organizzazione e delle transazioni ad elaborare il livello massimo di costo determinabile.

Dobbiamo comunque dire che i gestionali adottano modellizzazioni raffinate, che rendono possibili soluzioni avanzate, che però nella maggior parte dei casi vengono sfruttate solo in parte.

I limiti dei gestionali, infatti, non risiedono nelle tecniche utilizzate o nelle ridotte potenzialità, ma piuttosto nello scarso utilizzo di queste e nella mancanza di integrazione tra i vari elementi del S.I.

Pensiamo, quindi, che la direzione possa ottenere il massimo dal sistema informativo solo se questo riesce ad integrare perfettamente la parte gestionale (ERP) con quella produttiva (MRP) e la consuntivazione dell’avanzamento dati (MES), utile soprattutto nella verifica dell’applicazione della schedulazione, perché molte volte "We knew how to do the job, but we were not doing it", anche quando il confronto con la concorrenza può risultare premiante, perché come testimonia Plossl, "We had certainly developed our ability to plan better and we could replan at blinding speeds, but we failed to execute the plans as well as competitors did" [2].



[1] Si ricorda che CyberPlan(R) non gestisce le attività di mantenimento del magazzino.

[2] George W. Plossl. Production and Inventory Control: Principles and Technique, New Jersey, Prentice Hall, 1985, p. 5.

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