“Faced with increasingly competitive environment,
today’s organizations must be better informed
and more agile as they strive to
create value for their stakeholders”.
La competizione sui mercati e la dinamica della
concorrenza sono, secondo questa citazione tratta dal Theme Book 1999 dell’IFAC[1]
,il motore che spinge le aziende nella gara alla creazione del valore.
Le imprese devono essere informed.
Per questo motivo i Sistemi Informativi sono una colonna portante nella
costruzione del vantaggio competitivo. E le informazioni generate devono
essere better. Migliori,
sicuramente, rispetto a quelle della concorrenza e migliori
rispetto a quelle del passato, perché il processo di evoluzione non si può
arrestare.
Agile,
perché le decisioni abbisognano di velocità. “Informazioni subito” è l’imperativo
della direzione, anche a scapito della precisione. E questa è la definizione
di contabilità analitica.
Per questi motivi i sistemi di gestione dei costi ed
il sistema di analisi e reporting sono strategici per la direzione aziendale.
Tutte le aziende moderne sono dotate di sistemi
gestionali (ERP), i quali, siano essi piccoli o grandi, sono capaci di
immagazzinare enormi quantità di dati nei loro DataBase. Queste imprese,
dunque, possono sembrare informed, ma non sono agile.
I dati più preziosi, quelli a valore aggiunto,
risiedono nel comparto produttivo, rappresentato nel gestionale dal modulo di
produzione (MRP), e per produrre le informazioni di cui hanno bisogno le
aziende devono riuscire a leggere questi database in maniera efficace.
Il modo migliore per farlo è avere un sistema di
gestione dei costi che sfrutti le “vecchie” tradizioni della contabilità
analitica applicate ai “moderni” sistemi informativi.
La contabilità analitica si è evoluta attraverso
quattro fasi: nella prima essa ha avuto come obiettivo primario la
determinazione del costo di prodotto ed ha fornito informazioni necessarie
alla contabilità generale; nella seconda fase ha fornito informazioni per la
pianificazione ed il controllo, mentre nella terza si è focalizzata sulla
riduzione degli sprechi di risorse, attraverso l’analisi dei processi e
delle attività. Oggi, nella sua quarta fase, la contabilità analitica
ricopre il ruolo di strumento di creazione del valore, attraverso la verifica dell’uso ottimale
delle risorse aziendali[2].
Questo, naturalmente, sposta il ruolo della management accounting da attività
di supporto a parte integrante del processo di management, che interagisce in
tempo reale con tutti i componenti del sistema azienda, acquisendo, generando
e fornendo continuamente informazioni.
Questo lavoro si propone l’obiettivo di dare una
visione delle nuove metodologie di programmazione della produzione e dei
sistemi di gestione dei costi che si possono abbinare ai software che
costituiscono i S.I. aziendali.
In particolare si è analizzato il sistema Closed-Loop
di Cybertec, una soluzione completa di pianificazione e schedulazione della
produzione, alla quale si potrebbe affiancare un Modulo
Costi capace di sviluppare dei budget
dinamici, legati alla schedulazione. Tale modulo costituirebbe un vero e
proprio simulatore aziendale a disposizione della direzione, capace di
generare delle analisi what-if
praticamente in tempo reale.
Questo lavoro si rivolge principalmente a due
categorie di potenziali utilizzatori: gli ingegneri della produzione ed i
controller di gestione. Notoriamente due figure in contrasto, perché
entrambi, a modo loro, intendono spiegare il funzionamento del cuore
produttivo dell’azienda: uno, l’ingegnere, dal campo, mediante misurazioni
numeriche; l’altro, il controller, attraverso la contabilità e le misure
monetarie. Entrambi conoscono bene il loro ambiente, ma difficilmente uniscono
i loro sforzi in una sinergia informativa. E non vi è bene più prezioso per
l’azienda della conoscenza, soprattutto quella di se stessa.
Pensato in particolare per gli ingegneri, il primo
capitolo propone una rapida ma esauriente introduzione alla contabilità
analitica, sia per centri che per attività.
Nel secondo capitolo, dedicato all’analisi
effettuata dal consorzio CMS, si espongono i principi dei primi anni ’80,
quando si iniziarono ad intravedere i grossi cambiamenti che avrebbero
caratterizzato il mondo della produzione in cui oggi viviamo.
Quel mondo, allora solo ipotizzato, è oggi una
realtà e ci consente di verificare come già allora il consorzio avesse
intuito che anche la contabilità direzionale, unitamente ai modi di produrre,
avrebbe dovuto cambiare, proseguendo nel cammino prospettato da Relevance
Lost.
Il terzo capitolo è dedicato al Closed Loop e si
rivolge ai controller di gestione, con l’obiettivo di aiutarli a conoscere
le più recenti modalità di pianificazione e programmazione della produzione.
Il quarto ed il sesto capitolo espongono nel dettaglio
il modulo costi di CyberPlan(R), con una parentesi, nel capitolo cinque, dedicata
alle tematiche dei capitali fissi. Al momento in cui si sta scrivendo, questo
modulo è ancora un progetto, ma costituisce il frutto dell’analisi e dell’esperienza
in Cybertec. Vengono presi in considerazione tutti gli elementi disponibili in
CyberPlan(R), con un’ottica più ingegneristica che contabile.
Si dà ampia rilevanza, nel capitolo settimo, alla
tematica della capacità produttiva ed ai relativi costi mentre, in quello
successivo, si illustrano gli strumenti di misura già presenti in CyberPlan(R),
e quelli relativi al modulo costi.
Infine, il capitolo nono, illustra le considerazioni
finali che ci hanno suggerito questo lavoro e l’esperienza maturata con i
consulenti Cybertec.
[1]
IFAC, Financial and Management Accounting, <http://www.ifac.org/StandardsAndGuideance/FMAC/FMAC1999ThemeBook/index.htm>,
oppure <http://www.ifac.org/StandardsAndGuidance/FMAC/FMAC1999ThemeBook/FMAC1999ThemeBook.pdf>.
[2]
IFAC, International Management Accounting Practice
Statements (IMAPS), <http://www.ifac.org/StandardsAndGuidance/FMAC/IMAP1.html>,
par. 7-10.
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